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Contratti pirata, Confcommercio: “Fenomeno in aumento”

Il direttore provinciale Pieragnoli: "A rischio le tutele per imprese e lavoratori"

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LIVORNO – “Quello dei cosiddetti contratti pirata è un fenomeno in crescita che rappresenta un rischio concreto per il benessere e la qualità del lavoro dei dipendenti, oltre a compromettere le attività delle imprese. Per questo è fondamentale che le aziende prestino la massima attenzione nella scelta del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl) da applicare“.

A lanciare l’allarme è Federico Pieragnoli, direttore provinciale di Confcommercio Livorno: “Anche nel nostro territorio assistiamo a una diffusione crescente di contratti sottoscritti da associazioni prive di reale rappresentatività. Si tratta di strumenti che promettono risparmi sul costo del lavoro ma che si traducono in un danno sia per i lavoratori che per le imprese serie. In Toscana i contratti pirata coinvolgono l’1,61 per cento dei dipendenti e Livorno presenta dati allineati al trend regionale, soprattutto nei comparti del terziario e del turismo, pilastri della nostra economia”.

“I numeri nazionali parlano da soli – prosegue Pieragnoli – oltre 200 contratti pirata applicati in Italia, che interessano circa 160mila lavoratori e più di 21mila imprese. Un’anomalia che crea dumping salariale e normativo e mette fuori mercato gli imprenditori che rispettano le regole. Il Ccnl Terziario, Distribuzione e Servizi firmato da Confcommercio è il più applicato in Italia, con circa 2,5 milioni di addetti, frutto della rappresentatività reale del nostro sistema”.

“Chi applica contratti pirata riduce diritti e tutele. Parliamo di salari inferiori anche di 8mila euro lordi annui rispetto al contratto Confcommercio, livelli di copertura per malattia o infortunio che possono scendere al 20-25 per cento, meno ferie e permessi, scatti di anzianità ridotti o assenti, minori indennità. Anche le imprese sono più esposte a rischi legali e sanzioni, incidendo sulla loro reputazione e sulla sostenibilità nel lungo periodo”.

Pieragnoli sottolinea poi il tema sistemico: “Il dumping contrattuale indebolisce il tessuto imprenditoriale, penalizza le aziende corrette, abbassa la qualità dell’occupazione e crea concorrenza sleale. Le imprese hanno bisogno di una cornice certa e di strumenti che garantiscano competitività sana, non scorciatoie che ci riportano indietro”.

“Accogliamo con forte apprezzamento il richiamo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul tema – conclude Pieragnoli – e continuiamo a chiedere maggiore attenzione da parte del governo: identificazione obbligatoria dei Ccnl, misurazione della rappresentatività delle organizzazioni, rafforzamento della bilateralità, più controlli e vigilanza. Sostenere il lavoro di qualità significa sostenere le imprese serie e la crescita del territorio. Livorno ne ha bisogno e noi siamo in prima linea per tutelare le aziende che rispettano le regole e investono sul capitale umano”.

© Riproduzione riservata

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