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ROSIGNANO MARITTIMO – Bisogna andare indietro di oltre 1 secolo fa, all’inizio e durante la prima Guerra Mondiale. E poi successivamente sino alla fine degli anni Trenta. La storia delle miniere di magnesite di Rosignano Marittimo sarà raccontata – guardando anche al futuro per una valorizzazione delle aree minerarie dismesse dove si estraeva la magnesite – in un convegno che si svolgerà sabato (18 ottobre) dalle 9 nell’auditorium di piazza del Mercato a Rosignano Solvay.
L’evento è organizzato dal Comune d Rosignano Marittimo e dal Gruppo Geo Mineralogico Livornese con il patrocinio dell’ordine dei geologi della Toscana, e sarà seguito da escursioni guidate alle miniere, sia domenica 19 che sabato 25 ottobre.
Nel territorio del Comune rosignanese, le miniere di magnesite in funzione furono due, quella fra il Poggio San Quirico e il Botro Fortulla e quella di Castiglioncello, vicino al Monte Pelato. L’attività si svolgeva in vari cantieri (cave) che prendevano il nome da località della zona. Le società che vi operavano erano due, la Società Anonima Magnesite (del maggiore Attilio Gotti) con quasi 300 dipendenti, fra cui oltre cinquanta donne, e la Ditta Lavelli di Milano, che impiegava circa 140 operai di cui una trentina di donne. Il materiale estratto, con l’utilizzo di una teleferica, veniva esportato grazie all’attracco di chiatte nella zona delle Forbici. Due i forni in funzione: uno serviva per cuocere la magnesite e quindi far decadere la CO2 (anidride carbonica) dal minerale mentre il secondo per cuocere i mattoni refrattari che venivano utilizzati per gli altoforni dove veniva prodotto l’acciaio – ricordiamo che si era negli anni della Grande Guerra – che serviva per costruire le armi.
Il convegno di sabato (18 ottobre) sarà introdotto da Ilaria Burresi, presidente del Consiglio comunale di Rosignano Marittimo. Seguiranno i saluti di Riccardo Torri, presidente del Gruppo Geo Mineralogico Livornese Aps e quindi gli interventi dell’assessore Giacomo Cantini (Impresa e visione di Attilio Gotti), del geologo Giovanni Bracci del Gruppo Livornese (Le miniere di magnesite e altre attività minerarie nel Comune di Rosignano Marittimo), del professor Luca Pandolfi – dipartimento scienze della terra dell’università di Pisa (Le Ofioliti dei Monti Livornesi, frammenti di un Oceano Giurassico sotto i nostri piedi), del dottor Andrea Dini – Istituto di geoscienze e georisorse Cnr Pisa (Genesi del giacimento di magnesite di Castiglioncello: la natura insegna), del professor Cristian Biagioni – dipartimento scienze della terra dell’università di Pisa (Il respiro profondo della Terra. Evidenze deL flusso di CO2 sui Monti Livornesi).
Seguiranno quindi gli interventi di Matteo Lelli – istituto di geoscienze e georisorse Cnr Pisa (Genesi del chimismo delle sorgenti ipotermali dei Monti Livornesi: l’interazione delle acque meteoriche con i complessi ofiolitici), del geologo Roberto Bencini del dipartimento di chimica industriale dell’università di Bologna (Studi e attività per la cattura della CO2), della dottoressa Carolina Megale (direttrice del Museo Archeologico Palazzo Bombardieri – Comune di Rosignano Marittimo (Miniere dismesse e nuove risorse: modelli per la valorizzazione delle aree minerarie), del dottor Alessandro Lenzi dell’Associazione Amici della Natura Rosignano odv – MuSNa Rosignano (Dai forni a calce ai flussi di CO2 nei processi geologici), e del dottor Roberto Branchetti del Gruppo archeologico e paleontologico livornese (La miniera di Castiglioncello: stato attuale e prospettive future di valorizzazione come risorsa culturale).
Escursioni gratuite e guidate. Due le escursioni collegate al convegno, il 19 e 25 ottobre, due interessanti escursioni legate alle miniere del territorio rosignanese. La prima è quella di domenica (19 ottobre 2025) – miniera di Castiglioncello, botro Massaccio e scavi di Poggio San Quirico. Si va a percorrere la vecchia strada dei minatori che attraversa la macchia mediterranea. Durante il cammino si potranno osservare affioramenti di serpentini e basalti fino a raggiungere il botro Arancio dove si trovano i resti ben conservati delle spalle del ponte ad uso della miniera (anno 1919). Una volta attraversato il botro, si arriverà nella zona mineraria di Poggio San Quirico, dove si potranno osservare gallerie, scavi ed affioramenti del filone di magnesite. Si visiterà anche la miniera di Castiglioncello, i resti degli edifici minerari situati al botro Massaccio, la galleria di carreggio ancora in buono stato di conservazione e il filone mineralizzato in significativo affioramento.
Ritrovo alle 8.30 all’uscita lato nord della SS1 Castiglioncello (parcheggio lato strada non custodito). Rientro previsto attorno alle 16. Percorrenza totale 4,6 chilometri. Dislivello totale 100 metri. Tempo di camminata effettivo senza pause circa 3 ore. Difficoltà E media con alcuni brevi tratti più impegnativi. Pranzo al sacco in autonomia con scorta di acqua (almeno 1,5 litri), spuntino per le pause.
Il 25 ottobre l’escursione riguarderà la miniera di Macchia Escafrullina, Occhibolleri, sorgente Padula, Antica Lecceta – Travertino.
Info ai numeri 0586 724206 oppure 724292. Prenotazione obbligatoria scrivendo a glgeomin@gmail.com.