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PIOMBINO – Il Consiglio Comunale di Piombino monotematico tenutosi giorni fa si è espresso all’unanimità per il trasferimento in altro sito del rigassificatore ubicato nel nostro porto o per la sua dismissione entro il 2026, così come previsto dalla autorizzazione rilasciata del Commissario Straordinario della Regione Toscana.La scadenza del 2026 è codificata, richiamata, prescritta in tutti i fondamentali atti della procedura, dalla deliberazione della Giunta Regionale della Toscana con la quale è stata rilasciata l’intesa con lo Stato, dalla autorizzazione del Commissario Straordinario alla realizzazione dell’impianto, dall’autorizzazione all’esercizio rilasciata dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, dai pareri in specie quelli relativi agli aspetti sanitari e dallo stesso Governo che a suo tempo ha nominato altro Commissario per il trasferimento in altro sito e anche dal Tar Lazio che non ha ritenuto degni i rilievi avanzati dal ricorrenti, posta la scadenza temporale dei tre anni, pena la cessazione dell’attività.Non si tratta quindi di appellarsi a ideologie, ma ai diritti della gente (al diritto a non avere un impianto a rischio di incidente rilevante in un piccolo e trafficatissimo porto, vicino alla città, al diritto a non avere un’altra fonte di inquinamento) e alla forza degli atti, senza contare che sarebbe quanto mai doverosa la coerenza della politica nel rispettare gli impegni assunti, deliberati e decretatiIl rappresentane di Appello per il Lavoro auspica che il rigassificatore rimanga qui per i prossimi dieci anni perché fonte di lavoro e di sviluppo,
richiamando quanto emerso nell’ambito del Consiglio Comunale dove sono stati evidenziati i dati positivi inerenti la sicurezza e i dati risultanti dal monitoraggio ambientale che indicano l’assenza di una pressione ambientale significativa. Detta analisi non ci ha convinto, gli incidenti non possono essere esclusi a priori e se si dovessero verificare potrebbero causare danni. Abbiamo riportato molte analisi a supporto delle nostre tesi e le risposte avute non hanno convinto, come non sono state fugate le preoccupazioni per la qualità dell’aria e per le acque del mare.
Noi non condividiamo quanto auspicato da Appello per il Lavoro e dal suo rappresentante, continuiamo a ritenere anomala la collocazione di un impianto a rischio di incidente rilevante in un ambiente così antropizzato, in porto molto trafficato, autorizzato con una procedura d’urgenza, senza Valutazione di Impatto ambientale dove è stata individuata un’area di danno essenzialmente limitata ai pressi del rigassificatore nell’assunto che ogni incidente o imprevisto potrà essere affrontato o risolto, e dove per lo stesso tipo di incidente (UVCE:Unconfined Vapour Cloud Explosion )è stata individuata un’area di danno molto ristretta rispetto ad altri rigassificatori, come per esempio, quello di Livorno.
Per quanto riguarda le emissioni di inquinanti, anche cancerogene, in un’area di criticità sanitaria, riteniamo importante che le stesse siano limitate nel tempo come rileva l’Istituto Superiore di Sanità che dichiara nel proprio parere, a proposito di monitoraggi e di patologie:” rilevante aspetto è la durata temporale dell’esposizione prevista per questo impianto che sarà funzionante per tre anni.
Le emissioni protratte nel tempo, magari per 10 anni non pensiamo possano giovare alla nostra salute e a quella degli operatori sul porto. (NO2 biossido di azoto PM2,5 polveri, idrocarburi , SO2 biossido di zolfo, metalli pesanti ,formaldeide)
Riteniamo anche che la presenza in porto del rigassificatore abbia limitato lo sviluppo del porto stesso e non abbia dato un contributo all’occupazione se non di una piccolo numero di persone rispetto alle migliaia inizialmente prospettate. Ci sembra evidente che ne abbia risentito negativamente la cantieristica, le attività legate al mare inerenti le crociere, i trasporti passeggeri e merci, gli allevamenti ittici
Nessuna compensazione può mitigare o controbilanciare sicurezza e salute mentre riteniamo auspicabile che si investa sempre più in rinnovabili perchè la dipendenza dal Gas soprattuto quello che arriva da oltreoceano a prezzi alti non aiuta certo la nostra economia, né quella locale, né quella nazionale come Il ciclo complessivo di estrazione, liquefazione, trasporto, rigassificazione non fa di sicuro bene all’ambiente e alla salute.
Noi siamo per il rispetto della sicurezza, della salute, dell’ambiente e di una economia che non venga sacrificata da un impianto che la legge definisce a rischio di incidente rilevante.
Significativo quanto si legge le Rapporto di sicurezza del rigassificatore offshore di Livorno posto a 24 km dalla costa dove , a proposito di incidenti, si dice che la popolazione è esposta a rischio zero per la sua lontananza dall’impianto. E’ evidente che la collocazione a largo e lontano dalla città è per non far correre rischi alla popolazione
Questo non si trova scritto nel RDS di Piombino.
Chi auspica che il rigassificatore rimanga ritiene che l’eccezionalità e l’urgenza debbano trasformarsi in una situazione strutturale per la città senza valutare quale prezzo abbia pagato nell’aver dovuto rinunciare a importanti garanzie normative a tutela dei diritti.
Da rilevare inoltre, in osservazione a quanto espresso nella nota del rappresentante di Appello per il lavoro, che il potenziamento del gasdotto in atto già era previsto da tanti anni , quindi non direttamente collegato all’arrivo del rigassificatore in porto a Piombino e che nei documenti presentati in fase di autorizzazione la stessa Soc. Snam prevedeva un periodo di sospensione delle forniture già vendute ai clienti, per l’eventuale spostamento del rigassificatore.


