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PIOMBINO — Il conto alla rovescia per la partenza della nave rigassificatrice Golar Tundra si arricchisce di un nuovo, intricato giallo burocratico. A sollevare il caso sono il Gruppo Gazebo 8 giugno e il Comitato La Piazza della Val di Cornia, che denunciano una possibile chiusura anticipata dell’impianto rispetto alla scadenza ufficiale del luglio 2026.
Al centro della contesa c’è l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), il documento che permette l’operatività tecnica della nave nel porto di Piombino. Secondo i comitati, tale autorizzazione scadrà a maggio 2026. Tuttavia, le norme vigenti prevedevano che un’eventuale richiesta di rinnovo da parte di Snam dovesse essere presentata entro il termine perentorio di novembre 2025.
Il nodo burocratico
“Dal portale del Ministero dell’Ambiente non risulta alcuna istanza di rinnovo – spiegano i rappresentanti dei comitati in una nota congiunta – Se questo dato fosse confermato, l’impianto piombinese dovrebbe smettere di lavorare tra poco più di quattro mesi, cessando ogni attività di rigassificazione già a maggio, ben prima del luglio 2026, data fissata per lo spostamento della nave”.
I comitati hanno quindi inviato un quesito formale al ministero dell’ambiente e alla Regione Toscana per avere conferme ufficiali. Il timore espresso dai cittadini è che l’assenza di documentazione porti a un vuoto autorizzativo che renderebbe, di fatto, illegale il proseguimento delle operazioni in banchina oltre la primavera.
Lo scontro con le istituzioni
L’iniziativa dei comitati si accompagna a una dura critica politica rivolta ai vertici nazionali e regionali. “Chi ha il potere ha dimostrato tanta arroganza“, attaccano i portavoce di Gazebo 8 giugno e La Piazza, riferendosi direttamente alla premier Giorgia Meloni e al presidente Eugenio Giani. “Non è stata data risposta nemmeno a una lettera firmata da quasi 4mila cittadini. Ora ci riproviamo con questa richiesta tecnica: l’impianto dovrà spegnersi a maggio?“.
La questione non è di poco conto: se Snam non avesse davvero richiesto il rinnovo dell’Aia, la Golar Tundra potrebbe trovarsi a essere un “ospite inerte” nel porto per gli ultimi due mesi di permanenza, con evidenti riflessi sugli approvvigionamenti energetici nazionali programmati per l’inizio dell’estate 2026. La città di Piombino, da sempre schierata contro la presenza della nave nel porto commerciale, attende ora una risposta che potrebbe sancire la fine anticipata di quella che i comitati definiscono una “convivenza forzata”.


