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Salvini assolto in Cassazione per il caso Open Arms, Potenti (Lega) contro la magistratura

Il parlamentare esulta per la sentenza definitiva e passa all'attacco parlando di accanimento giudiziario: "Chi paga adesso?"

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LIVORNO – L’assoluzione definitiva di Matteo Salvini nel caso Open Arms non chiude soltanto una lunga parabola giudiziaria, ma scatena un durissimo attacco frontale ai vertici della magistratura da parte del senatore livornese della Lega, Manfredi Potenti.

Per il parlamentare, la sentenza della Cassazione non sarebbe solo un atto di giustizia, ma la prova provata di un “accanimento giudiziario” durato quattro anni, basato su quello che definisce un presupposto giuridico totalmente errato. “Non si processa un atto politico”, ha tuonato Potenti, parlando apertamente di una “follia di una certa magistratura” che avrebbe scelto di perseguire una linea accusatoria rivelatasi infondata, con un pesante impatto personale, politico e istituzionale.

Il nodo centrale della critica di Potenti si sposta però rapidamente dal piano del diritto a quello della responsabilità erariale. Mentre esprime sollievo per l’esito del processo, il senatore ammette di provare una punta di amaro in bocca, legata soprattutto ai costi che l’intera macchina giudiziaria ha scaricato sulla collettività. “Chi paga adesso?”, si chiede polemicamente l’esponente leghista, invocando l’intervento della Corte dei Conti per fare luce su quanto sia costata alle casse dello Stato l’impostazione accusatoria dei magistrati palermitani. Secondo Potenti, le risorse e il tempo impiegati in questo procedimento avrebbero potuto essere destinati a investigare casi e istruire processi ben più urgenti, che sono rimasti inevitabilmente in secondo piano.

La riflessione di Potenti diventa così il trampolino di lancio per rilanciare l’agenda riformatrice della Lega. Il caso Open Arms viene eletto a simbolo di una frattura profonda tra politica e giurisdizione, sanabile solo attraverso il referendum sulla separazione delle carriere e, soprattutto, l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati. Per il senatore, non è più accettabile un sistema in cui chi esercita un potere così incisivo possa restare immune dalle conseguenze dei propri errori, definiti senza mezzi termini “ragionamenti giuridici di strada”.

“L’obiettivo finale – conclude Potenti – resta quello di ristabilire un equilibrio democratico che impedisca alla magistratura di invadere il campo della scelta politica, garantendo al contempo che ogni errore giudiziario abbia un responsabile certo”.

© Riproduzione riservata

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