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Aumento della tassa di soggiorno, Confcommercio: “Sia destinata a investimenti per i servizi”

Il presidente provinciale degli albergatori Confcommercio, Gianni Vignoli: "Non deve rappresentare solo un costo per le attività"

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LIVORNO – Aumenta la tassa di soggiorno a Livorno, Confcommercio dice la sua. 

L’associazione di categoria invita a una lettura equilibrata del tema “che tenga conto dei molteplici fattori che concorrono all’attrattività turistica di una destinazione” dicendosi contraria “all’innalzamento della tassa, senza destinare la parte preponderante dell’aumento allo sviluppo turistico”.

“Riconosciamo che la capacità di una meta di competere con la concorrenza – sottolinea il direttore provinciale Confcommercio Federico Pieragnoli – non dipende da un singolo elemento, ma da un insieme di condizioni. L’effettivo patrimonio storico e artistico, la reputazione di lunga data, le esperienze che il territorio è in grado di offrire, i servizi disponibili possono ‘ammortizzare’ o neutralizzare l’impatto di eventuali aumenti. In questo quadro la tassa di soggiorno può anche rappresentare un costo marginale per il turista rispetto all’attrattiva complessiva della destinazione. Ma su alcune fasce di domanda, in particolare su quella più sensibile al prezzo, in special modo sul turismo domestico, anche un moderato innalzamento dell’ imposta può incidere sulla scelta delle famiglie. La tassa di soggiorno, in sintesi, non è di per sé un killer dell’attrattività. Può però diventarlo se non è accompagnata da una chiara strategia di investimenti e da un’efficace comunicazione sul valore che questa imposta restituisce al territorio e ai visitatori”.

Un punto particolarmente sensibile riguarda l’utilizzo delle risorse. Quando gli aumenti tariffari non si traducono in miglioramenti qualitativi tangibili nell’accoglienza, nelle infrastrutture, nel decoro urbano, la percezione di operatori e turisti rischia di deteriorarsi. “Se le risorse della tassa di soggiorno finiscono a copertura di spese correnti generali – osserva Pieragnoli – si indebolisce la percezione di ‘valore aggiunto’ dell’imposta, che dovrebbe invece essere chiaramente legata al miglioramento dell’esperienza turistica“.

Il presidente provinciale degli albergatori Confcommercio, Gianni Vignoli, richiama inoltre il tema della trasparenza e della concertazione. “La normativa prevede finalità precise della tassa, ma nella pratica esistono margini di discrezionalità che creano un gap tra quanto la tassa potrebbe fare e quanto effettivamente viene realizzato. Per le imprese ricettive questo significa sostenere un costo, anche in termini amministrativi, come la riscossione, senza vedere un miglioramento del contesto in cui operano”.

Per questo Confcommercio si appella al dialogo costante. “Siamo assolutamente aperti al confronto con l’amministrazione – conclude Pieragnoli – convinti che attraverso concertazione, trasparenza e una visione condivisa sugli investimenti si possa fare della tassa di soggiorno uno strumento utile allo sviluppo del turismo e non un fattore di incertezza per imprese e visitatori”.

© Riproduzione riservata

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