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Ipotesi cessione a un fondo statunitense: mobilitazione permanente alla Pierburg

Richiesta l'apertura immediata di un tavolo di crisi nazionale al Mimit "per verificare la trasparenza dell’operazione e difendere l'asset industriale"

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LIVORNO – Mobilitazione permanente allo stabilimento Pierburg (Rheinmetall) di Livorno in risposta all’annunciata cessione del settore automotive. 

L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento Pierburg  ha approvato all’unanimità con due astenuti un ordine del giorno in risposta all’annunciata cessione del settore automotive del gruppo Rheinmetall. Le indiscrezioni su una possibile vendita a un fondo finanziario statunitense, accompagnate dall’esclusione di altri stabilimenti europei (tra cui Germania e a quanto pare Francia), sollevano gravi preoccupazioni nei lavoratori. L’operazione viene percepita come “arbitraria e penalizzante per l’Italia, prefigurando uno “spezzatino” industriale inaccettabile”.

L’assemblea denuncia “il tentativo inaccettabile di scaricare sui lavoratori il prezzo della ristrutturazione, mentre Rheinmetall sta facendo profitti; la totale mancanza di trasparenza sull’operazione societaria e sull’identità e solidità del potenziale acquirente; l’assenza di qualsiasi garanzia occupazionale e industriale per il futuro dello stabilimento livornese“.

Le richieste dei lavoratori a Rheinmetall, invece, sono “la presentazione immediata di un documento ufficiale che chiarisca le motivazioni industriali della cessione; la condivisione di un piano industriale dettagliato del nuovo acquirente, con impegni vincolanti e la responsabilità solidale di Rheinmetall; la garanzia del mantenimento di tutti i livelli occupazionali, compresi i lavoratori somministrati, e della contrattazione integrativa; il rispetto pieno delle norme italiane ed europee anti-delocalizzazione”.

“La Rsu e la Fiom Cgil  – è l’appello alle istituzioni per bocca del segretario generale Fiom Livorno Grosseto, Massimo Braccini e della Rsu aziendale – chiedono al Comune di Livorno, alla Regione Toscana e al governo l’apertura immediata di un tavolo di crisi nazionale al ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit), per verificare la trasparenza dell’operazione e attivare ogni strumento necessario a difendere un asset industriale strategico per il paese”.

L’assemblea ha conferito alla Rsu e alla Fiom Cgil il mandato esplicito di “costruire un coordinamento nazionale con gli altri stabilimenti italiani del gruppo (Lanciano, Torino);  organizzare presidi, iniziative pubbliche e campagne di informazione, rifiutare ogni forma di ricatto morale o ambiguità aziendale”.

“Se l’azienda intende voltare le spalle a chi ha prodotto ricchezza per suo conto – concludono Braccini e Rsu – si assuma fino in fondo l’onere sociale e industriale della transizione. In caso contrario, garantisca la continuità produttiva e occupazionale dello stabilimento di Livorno”.

© Riproduzione riservata

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