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Darsena Toscana, arriva anche la Usb: “Va riaffermata la centralità dei lavoratori”

Il sindacato di base: "Con l'arrivo del gruppo Grimaldi aumentati gli utili e peggiorate le condizioni di lavoro dei portuali"

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LIVORNO – L’Unione Sindacale di Base, dopo un percorso di confronto con numerosi lavoratori portuali, si è ufficialmente costituita all’interno del Terminal Darsena Toscana.

“Un altro tassello importante – dice il sindacato – che si va ad aggiungere agli altri nelle società portuali in cui siamo già storicamente presenti. Dopo che Usb è entrata in tutti i porti italiani a partire da Genova, Trieste e Civitavecchia e per ultimo, negli scali di Ancona e Carrara. Dopo 7 anni di proprietà in mano a fondi di investimento il maggior terminal del nostro scalo è passato, da circa due anni, al gruppo Grimaldi. Sotto i fondi abbiamo assistito ad una pesante ristrutturazione sia per quanto riguarda il lavoro e la gestione del personale, sia per quanto riguarda il ruolo che Tdt aveva nell’ambito portuale e nel sociale in città. Mentre esplodeva la polemica e il dibattito sul futuro delle infrastrutture e la Darsena Europa i lavoratori vedevano sensibilmente peggiorate le condizioni di lavoro e di sicurezza. Pochi investimenti nei mezzi e nelle strutture. Dopo anni di centralità della TDT anche nel sociale e nei progetti di sostegno alle associazioni cittadine, tutto è finito nel dimenticatoio.”.

“Nonostante il passaggio alla nuova proprietà non abbiamo visto un sostanziale cambiamento – spiega Usb – La gestione del terminal è rimasta identica come se si fosse ancora in mano ai fondi di investimento. Mentre gli utili aziendali e i traffici aumentano le condizioni, se possibile, peggiorano. Da quando l’assetto societario della Grimaldi è cambiato, gli impegni presi nei confronti dei lavoratori e dell’organizzazione interna no sono stati rispettati. Ci aspettavamo un’attenzione maggiore al personale e alla crescita dell’azienda attraverso investimenti in nuovi mezzi e strutture. Purtroppo, constatiamo invece un disinteresse evidente che non rende giustizia alla storia e ai lavoratori di questa realtà”. 

“Come Usb – spiegano e conclucono – vogliamo intervenire affinché questa centralità venga riaffermata e rafforzata. Non solo per quanto riguarda le condizioni di lavoro, ma anche sui temi della sicurezza, sulla pianta organica che andrebbe ampliata (invece di procedere ad esternalizzazioni) e per tornare ad avere un ruolo centrale nei progetti sociali cittadini e nel sostegno alle associazioni e ai soggetti in difficoltà. Siamo ovviamente impegnati anche contro il traffico di armi e materiale bellico nei nostri porti. Per ribadire che i lavoratori portuali non devono essere complici delle guerre e del genocidio a Gaza e in altri teatri di guerra. In questo senso, oltre che aver sostenuto i recenti scioperi in porto, abbiamo condiviso le ragioni dell’ultimo stato di agitazione sindacale avviato dalle altre organizzazioni sindacali presenti e siamo pronti a fare la nostra parte affinché si raggiunga un accordo soddisfacente. Siamo consapevoli che sarà un percorso non facile e non breve. Ma Usb, forte anche di una struttura sindacale seria e organizzata, sia in porto che fuori, si impegnerà in prima linea per portare a casa il risultato”.

© Riproduzione riservata

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