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LIVORNO – “È una crisi silenziosa, consumata tra le mura domestiche trasformate in postazioni di lavoro, quella che sta colpendo il call center Konecta di Livorno. Una crisi che oggi mette seriamente a rischio il futuro di 78 lavoratrici e lavoratori, in gran parte donne, tutte con contratti part-time involontari e stipendi già ridotti al minimo”. A parlare è l’Rsu dell’azienda.
“Dalla scorsa settimana – spiegano i lavoratori – l’azienda ha riattivato i contratti di solidarietà, formalmente aperti lo scorso 2 maggio, come risposta al drastico calo dei volumi di lavoro, conseguenza diretta della decisione unilaterale di Tim di reinternalizzare il servizio di assistenza clienti 187. Una scelta che pesa come un macigno sul sito livornese, che da anni dipende esclusivamente da questa commessa. La solidarietà applicata raggiunge punte fino all’80%: significa lavorare appena uno o due giorni a settimana, vedere le proprie ore, e quindi le proprie buste paga, tagliate in modo importante. Per molte famiglie questo si traduce in un colpo durissimo al reddito, in un clima di incertezza che rende impossibile programmare il futuro, anche solo arrivare serenamente a fine mese. Il call center, un tempo situato a Guasticce e oggi completamente in telelavoro, vive da tempo in uno stato di precarietà strutturale”.
“Negli ultimi due anni l’azienda ha più volte aperto procedure di esodo incentivato per far fronte alla diminuzione del lavoro – dicono dalla Rsu – Solo nell’ultimo anno quasi venti persone hanno lasciato l’azienda. Un’emorragia lenta ma costante che sta svuotando il sito e minando il tessuto occupazionale del territorio. Il rischio ora è che si sia arrivati a un punto di non ritorno. A inizio maggio 2026 scadrà infatti il primo anno di contratti di solidarietà: senza nuove commesse, senza un intervento concreto, il call center di Livorno potrebbe perdere definitivamente anche il residuo della commessa Tim e restare completamente senza lavoro. Uno scenario che segnerebbe in modo irreversibile il destino di decine di lavoratrici e lavoratori.”
“Per questo la Rsu di Konecta pur consapevole della situazione difficile che attraversa il comparto delle Tlc – si dice – rinnova con forza l’appello all’azienda che faccia uno sforzo nella ricerca di commesse anche locali che possano tamponare l’emergenza e, soprattutto, garantire un futuro occupazionale stabile al sito. Ma l’appello è rivolto anche alle istituzioni: al Comune di Livorno e alla Regione Toscana viene chiesta la riapertura urgente del tavolo di crisi. Il tempo stringe e non c’è più spazio per rinvii o promesse vaghe. Livorno non può permettersi di perdere altri posti di lavoro. Non può assistere in silenzio a una crisi che colpisce soprattutto donne, famiglie, persone che da anni svolgono con professionalità un servizio essenziale”.
“Nelle prossime settimane le lavoratrici e i lavoratori del call center, sostenuti da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil – conclude – metteranno in campo tutte le iniziative necessarie per riportare l’attenzione pubblica su una vertenza che riguarda l’intera comunità. Perché dietro ai numeri ci sono vite reali, dignità da difendere e un diritto al lavoro che non può essere sacrificato sull’altare delle scelte aziendali”.


