Getting your Trinity Audio player ready...
|
LIVORNO – Una forte protesta si è levata oggi (30 settembre) al porto di Livorno, dove i portuali hanno deciso di bloccare ogni operazione di carico o scarico della portacontainer Zim Virginia, battente bandiera israeliana. L’iniziativa, annunciata dai sindacati Usb e Filt-Cgil, è motivata da ragioni politiche e di coscienza: “Non è possibile, in questo momento drammatico per Gaza, collaborare con lo Stato israeliano”, hanno dichiarato i lavoratori.
La nave, che doveva attraccare nella notte, è rimasta per ore in rada, impedita da uno sciopero totale dei portuali, che hanno dichiarato: “Nessuna operazione di sbarco, imbarco e stoccaggio verrà effettuata”. Alla fine, intorno alle 13,15, la Zim Virginia è entrata in porto, accompagnata da clacson, fischi e slogan, ma il presidio al varco doganale della Darsena Toscana ha ribadito l’impegno a non collaborare: “Da quella nave non scende niente”.
A sostegno della protesta sono scesi in piazza anche movimenti cittadini, sindacati del sindacalismo di base e collettivi locali, che hanno manifestato davanti all’ingresso del porto.
I sindacati affermano che l’azione non mira a colpire l’economia portuale nel suo complesso, bensì si limita alle navi “riconducibili all’economia dello Stato israeliano”.
Il segretario Filt Cgil Livorno, Giuseppe Gucciardo, ha ricordato le difficoltà: “Il porto è l’industria della città, da cui molte famiglie traggono sostegno. La vertenza va gestita con equilibrio”.
La prefettura ha convocato un tavolo di confronto con sindacati e autorità portuali, nella speranza di mediare Il commissario dell’Autorità portuale e i terminalisti sono al lavoro per valutare le ricadute operative e commerciali dell’azione sindacale.
Il caso di Livorno si inserisce in un contesto di mobilitazione più ampio: nei porti italiani e in altri paesi europei si registrano analoghe iniziative contro le navi israeliane, in occasione della Global Sumud Flotilla, progetto umanitario verso Gaza.