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Assemblea annuale Cia Agricoltori-Italiani: un intero comparto in crisi

Uno scenario ampiamente confermato dall’assemblea 2025 svoltasi a Roma presso l’Auditorium Antonianum dal cui palco è stato lanciato l’ennesimo, forte grido d’allarme di un intero comparto in crisi.

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ROMA – Che l’agricoltura si trovasse ad un bivio era già emerso a chiare lettere lo scorso anno in occasione dell’assemblea annuale Cia Agricoltori-Italiani.

Uno scenario ampiamente confermato dall’assemblea 2025 svoltasi a Roma presso l’Auditorium Antonianum dal cui palco è stato lanciato l’ennesimo, forte grido d’allarme di un intero comparto in crisi.

Maggiore attenzione per le aree rurali, che si stanno sempre più spopolando, semplificazione (ovvero regole più efficaci, comprensibili ed applicabili) e basi eque su cui stabilire un mercato internazionale altrimenti caratterizzato da standard ambientali, sociali e legati alla sicurezza alimentare diversi da quelli osservati dagli produttori europei, sono alcuni dei temi approfonditi durante l’evento.

Ma l’assemblea annuale è stata anche l’occasione per annunciare, alla presenza tra gli altri del Vicepresidente UE Raffaele Fitto e del Ministro Francesco Lollobrigida, la mobilitazione prevista per il 18 dicembre a Bruxelles cui parteciperanno oltre 5mila produttori per dire no ai tagli previsti dalla Commissione Europa ai fondi previsti per l’agricoltura.

All’Europa serve una scossa politica forte- sottolinea Cinzia Pagni, presidente Cia Etruria, presente all’assemblea nazionale con una delegazione perché il rischio che corriamo è di assistere alla fine dell’agricoltura. Non cerchiamo privilegi ma rispetto e chiediamo alle istituzioni di supportarci in questa battaglia. Per questo motivo anche noi, come Cia Etruria parteciperemo alla mobilitazione del 18 dicembre ma credo che dovremmo ripeterne altre anche in Italia”.

Del resto, fingere che vada tutto bene non aiuta il comparto agricolo che, al contrario, sta attraversando uno dei momenti più difficili della storia recente. “Parlare di un’agricoltura inesistente non ha senso- commenta Pagni– è sufficiente guardarsi intorno per accorgersi dei terreni abbandonati e delle aziende che chiudono. C’è un evidente disallineamento della politica con le realtà dei nostri territori. Dobbiamo ricordarci– chiosa– che l’agricoltura non rappresenta il passato ma il futuro di tutti noi ed il cibo, prima ancora di essere economia, è la nostra identità”.

© Riproduzione riservata

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