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Vietato il velo in Portogallo “perché contro la parità di genere”. E in Italia?

Vietato il velo integrale in Portogallo. Il parlamento ha approvato un disegno di legge che vieta l’utilizzo di burqa e nigab indossati dalle donne musulmane “per motivi di genere o religiosi”. Il divieto si applica nella maggior parte degli spazi pubblici e prevede multe che variano dai 200 ai 4 mila euro.

A proporre il disegno di legge è stato il partito di destra Chega, secondo il quale, costringere qualcuno a indossare il veto sarebbe altrettanto punibile con pene detentive fino a tre anni. Il velo sarà consentito sugli aerei, nelle sedi diplomatiche e nei luoghi di culto.

Il velo in Europa

Il tema del velo nei Paesi europei rientra tra quegli argomenti ancora molto divisivi. Non tutti gli Stati membri sono d’accordo sul vietarlo, in quanto si predilige la strada dell’autodeterminazione della donna e, cioè, indossarlo o meno dovrebbe essere una scelta personale. Nello specifico, ad essere presi di mira, sono i veli che coprono tutto il volto, come niqab e burqa appunto.

Alcuni sostengono che simboleggiano discriminazione di genere e che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza. Che i motivi siano ideologici, politici o di sicurezza nazionale, il divieto è entrato in vigore con largo consenso in molti Stati europei. Divieti totali o parziali sono presenti in Francia, Austria, Belgio e Paesi Bassi.

Nel caso portoghese, il presidente Marcelo Rebelo de Sousa potrebbe ancora porre il veto al disegno di legge o inviarlo alla Corte costituzionale per una verifica. A sostenere il divieto c’è il partito di destra Chega, il cui leader, André Ventura, ha così motivato il ddl in parlamento: “Oggi stiamo proteggendo le parlamentari, le vostre figlie, le nostre figlie, dall’obbligo di indossare il burqa in questo Paese un giorno”.

A fargli eco, anche Andreia Neto, deputata del Partito Socialdemocratico al governo, la quale ha dichiarato prima del voto: “Questo è un dibattito sulla parità tra uomini e donne. Nessuna donna dovrebbe essere costretta a velarsi il viso”.

E in Italia?

Il velo in Italia

In Italia, al momento non esiste ancora un divieto definitivo del velo facciale, ma è in corso un dibattito politico acceso. Il partito Fratelli d’Italia (FdI), al governo, ha presentato una proposta di legge che mira a vietare l’uso del velo integrale nei luoghi pubblici, comprese scuole, università e uffici.

“Serve a contrastare la nascita di enclave, contro-società in cui si applica la legge sharitica e non l’ordinamento italiano, e dove prolifica il fondamentalismo islamico“, ha spiegato la deputata di FdI Sara Kelany, firmataria della proposta di legge con il capogruppo Galeazzo Bignami e con Francesco Filini, presentata alla Camera con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Ecco cosa prevede brevemente la proposta:

  • Divieto del velo integrale in spazi pubblici;
  • Multe fino a 3 mila euro per chi trasgredisce;
  • Controllo sui finanziamenti alle moschee;
  • Pene più severe contro i matrimoni forzati, innalzando le pene, da due a sette anni anziché da uno a cinque, per il reato di induzione al matrimonio mediante inganno.

La proposta, inoltre, introduce reati penali, con carcere da due a cinque anni, relativi all’esame di verginità e al rilascio del certificato di verginità, salvo la causa di giustificazione per il medico che effettua l’esame per ragioni sanitarie. Così come il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, punendo anche “chi propaganda idee fondate su superiorità e odio di natura religiosa”, e prevedendo la possibilità, per il Prefetto, di chiudere temporaneamente luoghi di culto dove svolgono queste condotte delittuose.

“In Italia abbiamo valori e regole che affondano nella nostra cultura e che chi viene da fuori deve rigorosamente osservare. L’integrazione, del resto, si fonda sul rispetto. Per questo accolgo con grande favore la pdl di Fratelli d’Italia presentata in una conferenza stampa alla Camera che argina il fondamentalismo islamico, il separatismo e la sharia. Non è tollerabile la presenza di comunità chiuse che si autodisciplinano andando contro le leggi dello Stato”. Così in una nota la senatrice di Fratelli d’Italia Francesca Tubetti.

Sulla proposta è intervenuto l’imam Massimo Abdallah Cozzolino, il quale si è così espresso a LaPresse: “Vietare il velo integrale – che non equivale a vietare il velo in sé – può rientrare in una logica di tutela della sicurezza. Ma una normativa in tal senso esiste già, quindi mi chiedo quale sia l’effettiva utilità di questa proposta, pur ammettendo di non conoscerne i dettagli. Non sono contrario a misure che tutelino la sicurezza pubblica, ma mi oppongo a qualsiasi iniziativa che rischi di colpire l’identità religiosa di una comunità”.

Nel nostro Paese, infatti, esiste già una legge che risale al 1975 (articolo 5 della legge n. 152/75) che “vieta l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”.

Mondo

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

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