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MONTE AMIATA – Vogliamo parlare di una bella realtà nata nel Monte Amiata e che ancora non tutti conoscono, ovvero il Parco Nazionale delle miniere dell’Amiata.
Stupendi luoghi immersi in una natura incontaminata dove è possibile trascorrere qualche giorno alla scoperta di una realtà museale molto ben organizzata.
Trea aree naturalistiche, a musei, fino alle miniere che ci raccontano la vera storia del territorio, il Parco rappresenta senza dubbio da considerare come tappa di una nostra escursione o piccola vacanza.
Volgiamo anche mettere in evidenza un importante cambiamento che vede un nuovo Commissario straordinario del Parco da poco nominato, parliamo di Mauro Tognoli, persona di grande esperienza gestionale, nel settore dei beni archeologici e turismo.
La nomina di Mauro Tognoli a nuovo Commissario straordinario del Parco
Con decreto n° 72 del 26 Settembre 2025, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dott. Gilberto Fratin, ha nominato Mauro Tognoli, Commissario straordinario del Consorzio del Parco Museo delle Miniere dell’Amiata.
L’incarico ha la durata di sei mesi, e comunque, non oltre la nomina del Presidente del Consorzio del Parco Museo delle miniere dell’Amiata. Potrà dunque essere prorogato ove alla scadenza del periodo non risulti concluso il procedimento preordinato all’insediamento del Presidente del Consorzio del Parco Museo delle Miniere dell’Amiata.

Nella foto, a sinistra Mauro Tognoli di fronte ai nuovi uffici del Parco
Abbiamo chiesto al Commissario Mauro Tognoli quali sono le prossime tappe del suo lavoro:
“È mia intenzione far seguire al masterplan in essere, (realizzato al fine di costruire un quadro conoscitivo completo del contesto territoriale e definire un sistema valoriale condiviso su cui basare gli interventi), una serie di azioni operative concrete, mediante un piano strategico per lo sviluppo del parco, un percorso di rinascita culturale e turistica per valorizzare il patrimonio minerario del monte Amiata. Tutto questo, in modo da trasformare la memoria industriale in opportunità di sviluppo sostenibile per il territorio” .
Il Parco come tutela e valorizzazione dei siti minerari
Il “Parco Museo Miniere dell’Amiata”, è stato costituito nel 2002. Tra i suoi compiti: la messa in sicurezza, il recupero dei manufatti e la tutela ambientale dei siti minerari, la conservazione degli archivi, la promozione degli studi, la raccolta delle testimonianze e la valorizzazione ai fini turistici del territorio del Parco.
In questi anni sono stati realizzati molti interventi volti alla conservazione e al recupero delle strutture minerarie dell’Amiata, oltre ad attività di studio, ricerca e raccolta di testimonianze orali sul lavoro e la vita in miniera.
Un meraviglioso territorio che comprende 12 comuni
Il territorio del Parco è molto vasto e si sviluppa su 12 comuni, ognuno dei quali offre meravigliosi siti naturali, storici ed archeologici tutti da scoprire. Vediamo nel dettaglio, per chi non conosce queste zone, quali sono questi comuni.
I comuni che costituiscono il Parco sono:
Abbadia San Salvatore
Arcidosso
Castel del Piano
Castell’Azzara
Castiglione d’Orcia
Cinigiano
Piancastagnaio
Radicofani
Roccalbegna
Santa Fiora
Seggiano
Semproniano
Le miniere
La miniera di Abbadia San salvatore

Un viaggio nella storia affascinante, talora misteriosa del mercurio e del suo minerale, il cinabro, e attraverso le vicende di popolazioni, di villaggi, di montagne che questo minerale hanno vissuto e che dalla distillazione di questo metallo hanno ricavato prosperità, sviluppo, ma anche drammi sofferenze, sacrifici. Il Museo Minerario di Abbadia San Salvatore nasce dalla voglia di approfondire e far conoscere, una delle vicende legate allo sviluppo e all’evoluzione delle miniere di mercurio nella zona del monte Amiata; il valore storico e culturale di questo patrimonio devono essere preservate e di conseguenza essere messe in evidenza.
Un viaggio attraverso le vicende di persone che nella miniera hanno consumato la loro salute, la loro gioventù, la loro vita, attraverso centri urbani e villaggi che hanno cambiato il loro volto, il loro modo di essere, comunità che hanno cominciato a pulsare di vita, secondo modelli di comportamento, di mentalità mai conosciute prima. Sopratutto attraverso la storia della miniera che, ricollegandosi ad un’antica consuetudine di convivenza con il cinabro e con il mercurio, ha costituito il ponte verso la modernità, con tutti i fasti ed infamie che questa parola evoca allorchè essa è divenuta industria.
Miniera di Località Cornacchino

La storia mineraria di quest’area inizia da tempi lontanissimi, come testimoniato dai ritrovamenti di utensili litici dei primordi della storia dell’uomo, infatti nella mappa del 1913 dell’Ing. C. De Castro, viene riportata una Linea del Giacimento Lavorato dagli Antichi.
Lo stesso nome altro non è che la corruzione del nome Cornalino o Cornalina, da Monte Cornio che sovrasta la località e che deriva dalla presenza di Cornalina, una roccia silicea colorata e molto ricercata dagli Etruschi e dai Greci (in una delle prime gallerie, detta dei Francesi, venne ritrovata una grotta che conteneva una sepoltura con del vasellame ed una moneta di Filippo il Macedone datata 300 circa A.C.).
La storia moderna inizia nel 1872 a seguito della Relazione dell’Ing. T. Haupt. Consulente del Granduca di Toscana per lo sviluppo delle miniere in Toscana.
Dopo una serie di ricerche che dettero scarsi risultati, l’industriale Swazenberg individuò i filoni più ricchi che dettero luogo allo sfruttamento moderno.
Miniera in Località Morone/Selvena
La miniera del Morone è situata poco fuori l’abitato di Selvena, da cui dista circa 1 chilometro, a una quota di cinquecento metri sul livello del mare. L’area mineraria, dominata dai ruderi del castello medievale aldobrandesco di Rocca Silvana, era un sito conosciuto già al tempo degli etruschi e durante il medioevo, come risulta da documenti antichi e reperti rinvenuti, perché ricca di antimonio e vetriolo, nonché di mercurio.
Tuttavia, si dovrà aspettare il 1850 per la ripresa dell’attività mineraria, quando la Società Industriale Stabilimento Mineralogico Modigliani, proprietaria della miniera del Siele, sotto la direzione dell’ingegnere francese Alfredo Caillaux – primo tecnico a redigere una relazione esaustiva sui giacimenti amiatini e a individuare con precisione gli sviluppi minerari dell’Amiata riconoscendo il valore delle tre aree, Siele-Morone-Abbadia, come le più importanti –, eseguì alcuni lavori di esplorazione scoprendo una discreta abbondanza di cinabro.
Siele, Villaggio e Miniera
Località Cancelli, Piancastagnaio

Il Siele è la prima miniera di mercurio italiana ad entrare in attività. Con la costituzione a Livorno nel 1847 dello “Stabilimento mineralogico Modigliani” inizia la storia moderna dell’industria estrattiva sulla montagna amiatina che proseguirà lungo un cammino di oltre 130 anni.
L’azienda dovrà affrontare nei suoi primi anni di vita non poche difficoltà legate alla ricerca, alla distillazione del minerale, ai forti investimenti richiesti rispetto ai magri risultati economici raggiunti.
Problemi che porteranno sul finire degli anni cinquanta all’uscita dalla società dei primi proprietari – Cesare Sadun e Angelo e Salomone Modigliani –, al fallimento dell’impresa e all’acquisto, nel 1865, dello stabilimento mercurifero del Siele dal tribunale di Livorno di Emanuele Rosselli, agiato commerciante della città portuale labronica.
I Musei
Museo minerario di Abbadia San Salvatore

Un viaggio nella storia affascinante, talora misteriosa del mercurio e del suo minerale, il cinabro, e attraverso le vicende di popolazioni, di villaggi, di montagne che questo minerale hanno vissuto e che dalla distillazione di questo metallo hanno ricavato prosperità, sviluppo, ma anche drammi sofferenze, sacrifici. Il Museo Minerario di Abbadia San Salvatore nasce dalla voglia di approfondire e far conoscere, una delle vicende legate allo sviluppo e all’evoluzione delle miniere di mercurio nella zona del monte Amiata; il valore storico e culturale di questo patrimonio devono essere preservate e di conseguenza essere messe in evidenza.
Un viaggio attraverso le vicende di persone che nella miniera hanno consumato la loro salute, la loro gioventù, la loro vita, attraverso centri urbani e villaggi che hanno cambiato il loro volto, il loro modo di essere, comunità che hanno cominciato a pulsare di vita, secondo modelli di comportamento, di mentalità mai conosciute prima. Sopratutto attraverso la storia della miniera che, ricollegandosi ad un’antica consuetudine di convivenza con il cinabro e con il mercurio, ha costituito il ponte verso la modernità, con tutti i fasti ed infamie che questa parola evoca allorchè essa è divenuta industria.
Museo delle miniere di Santa Fiora

“Il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, sito nella piazza Garibaldi di Santa Fiora è stato realizzato per testimoniare la storia delle miniere e dei sacrifici compiuti dai minatori, poiché “in quel piccolo mondo di sofferenze e di ingiustizie splendeva una luce di umanità che è forse quella di cui abbiamo bisogno per costruire il futuro”.
Padre Ernesto Balducci
La natura, i boschi

Da non dimenticare inoltre, l’immenso ed esteso patrimonio naturale di questi luoghi, che caratterizza tutto il Monte Amiata, antico vulcano ricoperto da boschi.
La ricca natura di questi 12 comuni è composta in particolare da vasti castagneti, faggete e molte altre specie vegetali dove poter fare bellissime passeggiate in completa tranquillità. I colori colpiscono in ogni periodo dell’anno: seguendo il passaggio delle stagioni le piante cambiano il loro aspetto, offrendo spettacoli unici come il foliage in autunno.
A partire dunque dai 1000m di altitudine e salendo per affascinanti sentieri, si incontrano faggete straordinarie fino ad arrivare alla vetta del monte. Questa grande faggeta viene indicata addirittura come la più grande d’Europa. Una straordinaria biodiversità con numerose specie vegetali che crescono spontaneamente, tra cui aceri, ginepri, biancospini e tigli.
Il Parco dunque si rivela un luogo tutto da scoprire, dove famiglie e turisti avranno modo di trascorrere alcuni giorni immersi nella tranquillità e nella natura, alla scoperta di aspetti storici e culturali davvero unici. Il tutto sempre unito alle comunità dei luoghi, che fin dal passato hanno fatto la storia di quello che oggi è divenuto Parco.
I testi e le informazioni sui siti del Parco fanno riferimento al sito ufficiale.



