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Portoferraio, l’innovazione tecnologica al centro del convegno sulle ‘Sfide della salute’

Presentate le iniziative messe in atto nell’ambito del progetto 'Tuscany Health Ecosystem' che stanno incidendo positivamente sulla popolazione dell'Isola d'Elba

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PORTOFERRAIO – L’innovazione e le nuove tecnologie per la salute stanno apportando un significativo sostegno al benessere della popolazione che risiede o che sceglie l’Isola d’Elba come meta turistica.

Lo dicono le ricerche effettuate con il progetto The-Tuscany Health Ecosystem e in particolare dal suo spoke 10 Salute di Popolazione, coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna e finanziato attraverso le risorse del Pnrr. Con i dati raccolti sono state messe in campo azioni concrete che avvicinano le zone periferiche con i centri di ricerca e con gli organi centrali dell’Asl Toscana Nordovest ai cittadini, superando i gap che le Isole di Toscana, ma anche le altre aree interne quali la Garfagnana e il Casentino, hanno a causa della loro lontananza geografica dai centri principali.

Lo scopo del progetto Tuscany Health Ecosystem è, infatti, fare della Toscana la ‘regione della salute’ promuovendo la ricerca e le sue applicazioni aziendali e territoriali, sviluppando tecnologie dedicate al benessere e alla salute. Per consolidare l’ecosistema regionale e rafforzarne la competitività a livello regionale, nazionale e globale è necessario innanzi tutto che l’intero territorio venga rafforzato, e che si riduca il divario fra le aree regionali urbane e le aree periferiche, più svantaggiate in termini di accessibilità ai servizi e di maggiore fragilità sociale.

Se ne è discusso in occasione del convegno Le sfide per la salute all’Isola d’Elba: prospettive e primi risultati del progetto The: aperto con i saluti di Fabio Chetoni (responsabile Zona distretto Elba), Tiziano Nocentini (sindaco di Portoferraio), Patrizia Lupi (direttrice Fondazione Elba) e da Sabina Nuti, professoressa della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha parlato delle sfide che le aree interne devono affrontare per fare della loro fragilità una risorsa, diventando laboratori dove immaginare e testare modelli di sviluppo che attraverso la sperimentazione e l’innovazione portino benessere alla popolazione ma anche opportunità di crescita per i ricercatori, giovani medici o personale sanitario, invogliandoli a lavorare sull’Isola. Alberto Giannoni, professore della scuola, cardiologo della Fondazione Toscana Monasterio e responsabile delle attività del The nell’area elbana, ha illustrato il progetto The facendo un’introduzione delle sue molteplici linee progettuali.

Durante il convegno promosso dall’Asl Toscana nord ovest e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con la Fondazione Isola d’Elba, il Comune di Portoferraio, e altri partner istituzionali sono state presentate, ad una platea attenta e interessata, le numerose iniziative messe in atto nell’ambito del progetto e che stanno incidendo positivamente sulla popolazione dell’Isola.

A partire dalle ricerche condotte per comprendere e monitorare le esigenze della comunità, non solo da un punto di vista medico ma anche da quello sociale. Filippo Quattrone e Nicola Spezia, hanno presentato i dati dell’Osservatorio della Popolazione volto a raccogliere sistematicamente il punto di vista e le esperienze dei cittadini adulti e adolescenti sulla qualità di vita sul territorio. Nonostante la soddisfazione per i servizi disponibili sull’isola sia risultata contenuta, sono stati anche evidenziati molti aspetti positivi, come il senso di appartenenza e la propensione all’aiuto reciproco, come l’impegno nel volontariato e nell’associazionismo, che rappresentano potenziali risorse per lo sviluppo e la resilienza sociale, definito come senso di comunità.

L’osservatorio sulla popolazione giovanile elbana, che ha coinvolto più di 850 ragazzi delle scuole superiori elbane, ha rilevato e analizzato i rischi tradizionali (ad esempio alcool, fumo, ludopatia e uso di sostanze) ed emergenti come quelli legati al mondo digitale quali contenuti inappropriati, truffe e nuove forme di controllo e violenza nelle prime reazioni affettive, ludopatie, sofferenza emotiva e isolamento sociale. Ai giovani inoltre è stata indirizzata la campagna di screening cardiologico condotta dal professore di cardiologia Alberto Giannoni della Scuola Sant’Anna e dirigente medico della Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, che ha coinvolto oltre 600 studenti delle scuole superiori dell’isola, Itgc Cerboni e Isis Foresi, rappresentate al convegno dalle rispettive dirigenti Di Biagio e Rando, permettendo di individuare alcune situazioni a rischio.

Sempre dedicato alla prevenzione, ancor più necessaria nelle aree periferiche per evitare interventi tardivi o d’urgenza, è il programma di multiscreening oncologico, realizzato grazie a un camper che sta facendo tappa nei vari comuni elbani, permettendo di effettuare in un’unica seduta tutti gli screening raccomandati per la propria fascia d’età. Altrettando importanti sono le attività di promozione degli stili di vita salutari, attraverso lo sviluppo della rete del movimento presentate dal dottor Carmine Di Muro.

La sfida dell’innovazione tecnologica e organizzativa è stata anche al centro degli interventi di Lucia Giardelli, Goffredo Sani, Guido Vagheggini, Paolo Marzorati ed Alberto Giannoni, che hanno presentando il programma di telemedicina per la gestione delle patologie croniche cardiorespiratorie, con un programma di integrazione tra le cure ospedaliere e territoriali promosso dal reparto di medicina interna dell’ospedale di Portoferraio che ha portato alla creazione di una rete di ambulatori per la televisita nelle case di comunità di Rio Marina e Marciana Marina, oltre a ulteriori punti di accesso nei distretti sanitari. Sono stati individuati i pazienti che possono beneficiare di questi programmi di follow-up con la collaborazione del proprio medico di medicina generale.

Attraverso delle importanti ed innovative dotazioni tecnologiche messe a disposizione della Asl attraverso il progetto The, e con una ricerca condotta dagli specialisti della medicina interna in collaborazione con i medici di medicina generale sono stati individuati i pazienti che possono beneficiare di questi programmi di cure integrate. Questi pazienti possono effettuare televisite cardiologiche e pneumologiche con specialisti a distanza, ed eseguire negli ambulatori di prossimità degli esami diagnostici molto importanti, come elettrocardiogramma e spirometria, ed essere sottoposti ad auscultazione cardiaca e polmonare con l’assistenza degli infermieri di famiglia e comunità. Possono anche essere inseriti in programmi di telemonitoraggio, che hanno già coinvolto oltre 40 pazienti con patologie cardiache e polmonari gravi.

I primi risultati di questi programmi sono stati recentemente presentati al congresso della Società Europea di Pneumologia, la European Respiratory Society dalla dr.ssa Claudia Meschi, pneumologa di Portoferraio. Questo modello innovativo di assistenza sarà al centro di un secondo appuntamento dedicato, il convegno Innovazione tecnologica e malattie cardio-respiratorie croniche: promuovere la qualità delle cure in prossimità del paziente in programma per l’8 novembre, sempre a Portoferraio.

L’ingegnere Riccardo Orsini, della unità organizzativa Transizione digitale dell’Asl Toscana Nordovest ed il professor Luca Valcarenghi della Scuola Superiore Sant’Anna, hanno approfondito gli aspetti tecnologici relativi allo sviluppo della telemedicina. In particolare il professor Valcarenghi ha illustrato l’importanza degli aspetti legati alla connettività, sia su rete fissa che mobile, nello sviluppo della telemedicina, e delle iniziative della Scuola Sant’Anna per effettuare una mappatura della connettività dell’isola per verificare che i servizi di telemedicina possano funzionare correttamente all’Elba. Il dottor Orsini ha relazionato sull’adeguamento delle infrastrutture informatiche e di rete che sono stati messi in atto dalla Asl Toscana Nordovest per la transizione digitale e l’implementazione di attività di telemedicina come la telerefertazione degli esami diagnostici come gli elettrocardiogrammi e gli elettroencefalogrammi, e la trasmissione di immagini radiologiche ed ecografiche. Oltre al presidio ospedaliero, è infatti in corso l’adeguamento tecnologico proprio di quelle strutture che sono coinvolte nei programmi di televisita e telemonitoraggio.

Sono intervenuti alla tavola rotonda finale alcuni rappresentanti del terzo settore elbano fra i quali Cosetta Pellegrini per l’Auser che da anni promuove la partecipazione attiva degli anziani, anche attraverso gruppi di cammino, Francesco Semeraro del Comitato Elba Salute, Stanislao Pecchioli della Fondazione Exodus La Mammoletta che si è soffermato sui temi della fragilità del giovani e del rischio delle dipendenze in una società che dà sempre meno ascolto, anche nelle famiglie, ai bisogni immateriali dei giovani. Patrizia Lupi, infine, ha ricordato gli obiettivi e i progetti messi in campo in questi anni dalla Fondazione Isola d’Elba, insieme ad altri enti del terzo settore, per favorire quei processi di partecipazione condivisa e cambiamento culturale che unici possono creare le condizioni per migliorare il welfare dell’Elba, partendo dalle esigenze reali del territorio, rivolgendosi in particolare alle fasce più deboli, mettendo insieme la comunità, le imprese, le istituzioni, il mondo della ricerca e dell’istruzione.

“Le isole non devono vivere la loro condizione di isola come un disvalore – ha detto Patrizia Lupi – ma come un’opportunità per riproporre modelli, anche economici come quello del turismo rigenerativo, che partono dal valore delle persone e dall’identità delle comunità che le popolano, per creare ulteriore valore da investire per il ‘buon vivere’ dei residenti e degli ospiti dell’isola”.

© Riproduzione riservata

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