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LIVORNO – Premio Argan 2025, assegnato all’architetta e scrittrice palestinese Suad Amiry.
L’assessora Silvia Viviani venerdì (28 novembre) parteciperà a Roma alla cerimonia di consegna del riconoscimento da parte dell’Ancsa – Associazione nazionale centri storico-artistici.
Viviani rappresenta il Comune di Livorno nel consiglio direttivo nazionale dell’Ancsa.
“Il Premio Argan compie venti anni – dichiara l’assessora Viviani – ed è stato assegnato a figure di rilievo per impegno civile e professionale e per il contributo culturale e progettuale su temi attinenti alla rigenerazione delle città e dei centri storici. Temi oggi sempre più importanti per la vita delle persone in ambienti che dobbiamo risanare e rendere più sicuri e più inclusivi. Quest’anno sono più che lieta di partecipare alla cerimonia di premiazione a Suad Amiry, docente, architetto dedicata alla tutela dell’architettura storica palestinese, attivista, impegnata nel sociale e oggi anche scrittrice famosa. Ha detto che la salute, l’istruzione e la cultura, incluso il patrimonio architettonico, sono i settori in cui la maggior parte del budget di un paese dovrebbe essere speso, se vogliamo un mondo giusto e sano. E noi condividiamo”.
Il premio intitolato a Giulio Carlo Argan, riconoscimento di grande prestigio a livello internazionale, vuole omaggiare l’impegno professionale e civile profuso nel corso della propria attività da progettisti, amministratori e studiosi impegnati nella rigenerazione dei centri e delle città storiche.
Come detto, il consiglio direttivo dell’associazione ha deliberato di assegnare il Premio Argan 2025 all’architetta palestinese Suad Amiry, che da Ramallah – dove vive – ha svolto nel tempo un’importante azione di salvaguardia delle strutture insediative storiche e dell’identità culturale dei centri che ancora popolano i territori della Palestina.
Cresciuta ad Amman, in Giordania, Suad Amiry ha studiato architettura in Libano, all’American University di Beirut, quindi alla University of Michigan e a Edimburgo. Dal 1981 vive a Ramallah, dove ha fondato il Riwaq Centre for Architectural Conservation (“riwaq” in arabo significa portico, elemento in grado di fornire riparo dal sole e dalla pioggia) che si dedica alla salvaguardia di centri e edifici storici nelle città e nei villaggi posti nei Territori occupati.
Al suo impegno professionale Suad Amiry ha affiancato un’attività di scrittrice che ha permesso a milioni di persone di conoscere la realtà di vita della Palestina. Ha esordito nel 2003 con Sharon e mia suocera. Se questa è vita, che le è valso il Premio Viareggio nel 2004. Tra i libri successivi tradotti in italiano si ricordano: Niente sesso in città (2007), Golda ha dormito qui (2013), Damasco (2016) e Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea (2020) ambientato a Jaffa, la città di origine del padre.


