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L’Elba si è fermata per la prevenzione: sette giorni, sei Comuni e centinaia di cittadini

L’iniziativa coinvolge Asl, università e fondazioni in un modello innovativo di assistenza territoriale che riduce distanze e disuguaglianze

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ISOLA D’ELBA – Una settimana di salute e prevenzione ha attraversato l’Isola d’Elba. Dal 30 ottobre a oggi (6 novembre), il progetto Proximity Care ha portato sull’isola il camper sanitario Proxy Screening, trasformando sei Comuni elbani in tappe di un vero e proprio viaggio della sanità di prossimità.

In soli sette giorni sono stati 415 gli screening gratuiti effettuati, offrendo ai cittadini la possibilità di accedere ai controlli direttamente sotto casa.

L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra Asl Toscana Nord Ovest, Ispro, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e amministrazioni locali, rappresenta un modello virtuoso di integrazione tra ricerca, sanità pubblica e territorio.

Nel dettaglio, sono stati realizzati 250 test per la prevenzione del tumore al colon-retto, 103 mammografie e 62 pap test. Numeri che testimoniano l’attenzione e la partecipazione della comunità elbana.

Proxy Screening – spiega Fabio Chetoni, direttore della Zona Distretto Elba – dimostra che la salute è una responsabilità condivisa. Solo attraverso una rete solida tra enti pubblici, professionisti e cittadini possiamo ottenere risultati concreti e duraturi”.

Anche le istituzioni locali sottolineano il valore dell’esperienza. “L’arrivo del camper sull’isola – commenta Maurizio Papi, sindaco di Porto Azzurro – ha mostrato come la prevenzione di prossimità possa superare le barriere geografiche e logistiche. È un progetto che merita continuità”.

Per la direttrice generale dell’ASL Toscana Nord Ovest, Maria Letizia Casani, si tratta di “un passo avanti verso una sanità più equa e sostenibile“. Portare i servizi nei luoghi dove le persone vivono significa ridurre distanze, disuguaglianze e costi sociali, rendendo la prevenzione accessibile anche nelle aree più isolate.

La prospettiva scientifica arriva da Sabina Nuti, responsabile del progetto per la Scuola Superiore Sant’Anna: “L’Elba è diventata un laboratorio di innovazione sanitaria. Dopo il successo nella Valle del Serchio, questo nuovo traguardo conferma che il modello è scalabile e replicabile: un unico appuntamento per più screening, più salute e maggiore consapevolezza”.

L’esperienza elbana segna così una tappa importante nel percorso di rinnovamento della sanità territoriale. Un esempio concreto di come ricerca, istituzioni e cittadini possano costruire insieme una prevenzione vicina, accessibile e moderna.

© Riproduzione riservata

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