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Consegnate ai ragazzi del capannone sottratto alle mafie le pettorine gialle per la sicurezza sul lavoro

Sono state donate dalla Fiom Cgil Toscana alla presenza di don Andrea Bigalli di Libera e della sindaca di Castagneto Carducci, Sandra Scarpellini

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CASTAGNETO CARDUCCI – 500 pettorine gialle donate dalla Fiom Cgil Toscana per la sicurezza dei ragazzi che lavorano nei campi e nelle fabbriche e che si spostano in bicicletta, spesso di notte, lungo le strade della costa, esponendosi a rischi significativi, gli stessi ragazzi che utilizzeranno gli spazi mensa e gli altri servizi realizzati nel capannone di Donoratico sottratto alle mafie e restituito alla comunità: stamani la consegna delle pettorine, per mano del segretario generale dei metalmeccanici toscani Cgil Daniele Calosi, durante l’iniziativa Il sindacato per la sicurezza (in cui hanno figurato onlus Convoi al lavoro, associazione San Bernardo Abate, Misericordia e Comune di Castagneto Carducci).

Insieme a lui, don Andrea Bigalli (referente di Libera e responsabile legalità per la Fiom Cgil Toscana) e la sindaca di Castagneto Carducci Sandra Scarpellini.

Ha spiegato Calosi: “Abbiamo deciso di donare 500 pettorine gialle, un gesto semplice ma importante, al Comune di Castagneto Carducci, all’associazione San Bernardo Abate della Caritas, alla Misericordia di Castagneto e alla cooperativa Convoi al lavoro, che gestisce il capannone di Donoratico sequestrato alla mafia e restituito alla collettività, per ribadire l’importanza della sicurezza sul lavoro, in assoluto e per quei ragazzi che useranno i servizi del Capannone, un luogo che un tempo rappresentava l’illegalità e che oggi, grazie all’impegno delle istituzioni e della comunità, si trasforma in uno spazio di civiltà, socialità e rinascita. Come Fiom Toscana siamo profondamente orgogliosi di contribuire a questo progetto. Lavorare nella legalità e nel rispetto dei diritti significa costruire un futuro migliore, fondato sulla speranza, sulla solidarietà e sulla dignità per tutte e tutti”.

Ha aggiunto don Bigalli: “Libera ha compiuto nel corso degli anni la promozione della legge sul sequestro e confisco dei beni ai mafiosi, facendola diventare anche una prassi molto importante, formativa ed educativa con i campi di lavoro estivi sulle terre confiscate alle mafie. E anche a Donoratico c’è la possibilità di capire come la cosa più importante, significativa e bella da fare è creare sinergia tra le varie realtà dei territori che si trovano sullo stesso fronte e le amministrazioni, sul piano di una dimensione culturale, perché è con la cultura del rispetto delle regole, dell’onestà, del senso democratico attraverso la legalità che ci si impone contro soprusi, violenze, prevaricazioni di vario genere. In ultima analisi, la mancanza, la negazione della sicurezza sul lavoro è una forma criminale particolarmente violenta e condannabile ma attraverso queste realtà siamo in grado di creare delle prospettive nuove di cultura democratica”.

Ha concluso Livio Poli (vicepresidente onlus Convoi al lavoro): “Abbiamo visto, fin dall’inizio del percorso di programmazione e poi coprogettazione del capannone confiscato, sia una grande sfida che una straordinaria opportunità per il territorio e la comunità. Grazie al lavoro di Regione Toscana, Comune di Castagneto Carducci e Libera, abbiamo la possibilità, assieme a Misericordia e Associazione San Bernardo Abate, di attivare un contenitore di interventi in termini di inclusione, risposte alle povertà e nuove povertà, inclusione lavorativa di persone fragili, e percorsi virtuosi sul tema sicurezza e qualità del lavoro. Un piccolo ecosistema all’interno del quale chi vive una situazione di difficoltà non si senta solo. Un luogo che si caratterizza per la qualità sia in termini di spazi e struttura che di servizi ed interventi che vengono forniti (cucina, emporio alimentare, emporio abiti…), in contrasto allo stigma che riguarda indigenza e condizioni di povertà, puntando al contrario alla qualità degli spazi e di ciò che si riceve (quindi il diritto al bello). Queste le iniziative e le pratiche d’inclusione e solidarietà che ridanno vita al Capannone: una cucina per la preparazione pasti; una mensa per la consumazione in loco; un emporio alimentare; un emporio di abiti usati; un emporio (con officina di ricondizionamento) di biciclette da bambini, passeggini e giochi; una postazione di riparazione capi di abbigliamento; una web radio; uno sportello antiusura; un centro servizi/stazione di posta Spoke (Sds Valli Etrusche); un laboratorio di inclusione”

© Riproduzione riservata

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