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Truffe immobiliari per un milione di euro, due arresti e quattro denunce

Concluse le indagini delegate dalla procura di Livorno alla polizia: iintermediatori si facevano consegnare denaro ma non partecipavano alle aste giudiziarie

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LIVORNO – Truffe immobiliari, due arresti e quattro denunce. 

La polizia nei giorni scorsi, al termine di una complessa attività investigativa, ha arrestato, in esecuzione di un’ordinanza disposta dal Gip del tribunale di Livorno, su richiesta della locale procura, due persone, rispettivamente di anni 31 e 54, ritenute i presunti autori di truffe immobiliari ai danni di tre vittime che, dopo essere state raggirate, hanno loro elargito nel complesso una somma di oltre un milione di euro. Denunciate per lo stesso episodio anche quattro persone.

Nel mese di ottobre dello scorso anno, il personale della Squadra Mobile della Questura di Livorno aveva avviato specifiche indagini a seguito della denuncia formalizzata da due cittadini italiani residenti a Cecina, vittime di una presunta truffa operata da sedicenti intermediari immobiliari che, dopo aver guadagnato la loro fiducia con artifizi e raggiri, prospettando loro l’acquisto di immobili di prestigio in aste giudiziarie, li avrebbero indotti a versare cospicue somme di denaro in contanti o tramite bonifici bancari, a titolo di acconti, caparre o diritti di registrazione di tali immobili.

I malcapitati, non ottenendo alcun riscontro dopo il versamento delle somme, avevano preso contezza del fatto che, sebbene le procedure immobiliari di interesse si fossero già concluse regolarmente, i loro nominativi ed il loro denaro non erano in alcun modo stati censiti, né, tantomeno, risultavano agli atti di tali procedure esecutive. Da quel momento, resisi conto di essere stati vittime di un raggiro, si erano rivolti alla polizia.

Gli investigatori della Squadra Mobile hanno iniziato così un’accurata attività investigativa, supportata da accertamenti bancari ed approfondite analisi dei flussi di denaro, anche a carattere extranazionale, scoprendo che i due soggetti avrebbero impiegato le centinaia di migliaia di euro fraudolentemente ottenute, in operazioni fiscali ed economiche di vario genere, spesso supportate anche da fatture false, nonché in acquisti di autovetture di lusso poi rivendute a prezzo ribassato: motivo per cui i medesimi sono altresì indagati per il reato di riciclaggio.  

A fronte dei riscontri emersi nel corso delle prime indagini, il pubblico ministero aveva quindi delegato alla polizia giudiziaria le perquisizioni domiciliari nei confronti dei due sospettati: perquisizioni in occasione delle quali gli agenti della mobile, supportati nella circostanza dal personale del commissariato di Piombino, avevano posto sotto sequestro importante documentazione fiscale e bancaria, nonché supporti informatici e apparecchiature telefoniche.

Grazie alle copie forensi di queste ultime, ed all’attenta analisi delle stesse svolta dagli investigatori, sono emersi ulteriori indizi di reità a suffragio dell’iniziale ipotesi investigativa, cui è seguito il sequestro preventivo di due delle autovetture acquistate coi soldi provento delle truffe, e la scoperta di una ulteriore vittima dei descritti raggiri, la terza.

A Piombino, gli agenti della squadra mobile, coadiuvati dai colleghi del commissariato, hanno sottoposto agli arresti domiciliari, con l’applicazione del dispositivo di controllo elettronico, i due indagati, denunciando altre quattro persone, anch’essi indiziate di far parte del medesimo sodalizio criminoso, pur se con posizioni più defilate.

© Riproduzione riservata

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