|
Getting your Trinity Audio player ready...
|
LIVORNO – Malamovida in via Cambini, il prefetto chiede un giro di vite. Le associazioni di categoria, invece, si appellano al buon senso.
Il prefetto Giancarlo Dionisi ha riunito oggi Comune forze di polizia e associazioni di categoria per affrontare le criticità di via Cambini, dove ogni fine settimana si registra un afflusso superiore alla capienza massima di 300 persone.
La strada, lunga meno di 60 metri e con tratti larghi solo 1,5 metri, offre una superficie calpestabile di 360 metri quadri, insufficiente a gestire gli attuali flussi.
Il prefetto ha chiesto al Comune di adottare immediatamente un’ordinanza ai sensi dell’articolo 27 bis del Regolamento di polizia urbana, introducendo limitazioni alla vendita e consumo di alcol e misure per ridurre l’impatto acustico.
Dionisi ha dichiarato: “Via Cambini non può sostenere gli afflussi attuali. La sicurezza e la convivenza civile sono a rischio. L’ordinanza deve arrivare nei prossimi giorni, con misure chiare contro abuso di alcol e rumore.”
Alle associazioni di categoria è stata richiesta l’attivazione di un sistema di contingentamento con numero chiuso, tramite contapersone, per garantire il rispetto del limite di 300 presenze.
Il prefetto ha ribadito: “Serve un numero chiuso. Gli esercenti devono essere parte attiva: il controllo degli accessi è indispensabile. Mi aspetto che queste misure siano operative entro la prossima settimana”.
Al termine della riunione, la presidente di Confcommercio Livorno, Francesca Marcucci, e il direttore di Confesercenti, Alessandro Ciapini, hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta: “Questo è stato un primo passo per un successivo confronto costruttivo. All’eventuale ulteriore tavolo tecnico, intendiamo portare l’attenzione sulla libertà di fare impresa, mantenendo al contempo i criteri di sicurezza che hanno la priorità assoluta. È doveroso sottolineare che, ad oggi, non si sono mai verificati eventi di grave entità. Se è necessario intervenire e migliorare le condizioni esistenti, come associazioni siamo pienamente presenti e restiamo a disposizione delle istituzioni”.
“Ciò che va scongiurato – dicono le associazioni di categoria – è l’idea che via Cambini possa essere considerata il ricettacolo di tutti i mali e le criticità della città. Il protocollo di autogestione sottoscritto da quasi tutti gli imprenditori della strada è un segnale tangibile della loro evidente disponibilità e della volontà di collaborare. È chiaro che non si possono addossare agli imprenditori oneri e compiti, come il contingentamento delle presenze in una pubblica via, che spettano ad altri soggetti. Siamo fiduciosi e lavoreremo affinché un compromesso sia possibile, grazie al buon senso di tutti gli attori coinvolti. Quello che deve essere scongiurato, per la sopravvivenza di queste attività economiche e di un luogo che è anche di buona socialità, è la ‘spada di Damocle’ di provvedimenti eccessivamente restrittivi”.


